Uno degli aspetti che recentemente emergono nella disciplina del diritto d’autore è senza dubbio quello relativo alla tutela della proprietà intellettuale nell’ideazione di esposizioni di opere d’arte, come affrontato in una recente ricerca dall’Università Bocconi di Milano in tema di “Copyright and Protection of the New Cultural Products”.
Le dinamiche di scambio e di negoziazione interculturale tra le diverse comunità del mondo antico restituiscono interessanti informazioni non solo sui processi di assimilazione dei modelli politico-civili tra culture spesso assai
differenti le une dalle altre, ma anche sulle manifestazioni più private di tale fenomenologia. In questa prospettiva, una ricostruzione storiografica attendibile dovrebbe avvalersi di una molteplicità di fonti documentarie, allo scopo di fornire un quadro di riferimento pertinente e fedele alle realtà storiche affrontate.
La documentazione epigrafica offre la possibilità di indagare queste tematiche da una prospettiva differente da quella disposta in passato dalle soli fonti letterarie, in genere reticenti nei confronti dei fenomeni di commistione linguistica e culturale, che prevedono profondi processi di interazione reciproca tra le diversità comunità.
Lo studio della viabilità antica può presentare diverse difficoltà a seconda dell’itinerario scelto. Spesso una strada è ancora in uso, quindi la sua individuazione non lascia dubbi e viene spesso avvalorata dalla presenza di elementi architettonici e storici, dalla toponomastica o altro. Altre volte non restano riscontri storici o particolari segnali oppure la strada pur essendo ancora in parte utilizzata fa parte di una ragnatela di percorsi talmente fitta da rendere quasi impossibile il suo riconoscimento pur avendo la certezza della sua esistenza.
Tra il 2001 e il 2005 la collezione papirologica dell’Università del Salento, curata e gestita dal Prof. Mario Capasso, si arricchì grazie all’acquisto di un nutrito gruppo di frammenti documentari – per lo più di piccole dimensioni, pur non mancando esemplari notevoli. Come di consueto nel caso di acquisizioni attraverso il mercato antiquario, non si disponeva di informazioni precise circa il loro reperimento, men che meno riguardo il contesto di ritrovamento: tutto ciò che era dato sapere (molto poco, invero) era che la regione di provenienza del lotto coincideva, molto in generale, con il Fayyum.