A Viterbo la chiesa romanica di San Sisto (fig. 1), uno degli edifici ecclesiastici più antichi della città citato per la prima volta in un documento del 1068, fu costruita su un tempio pagano, dedicato forse a Venere o alla dea Fortuna, tra il IX e il XIII secolo.
I documenti, riportano che nel rione di Vico Quinzano, già alla fine dell’VIII secolo, nella zona, come ipotizzavano gli storici Pinzi e Signorelli, compresa tra le Fortezze, la Strada Romana e l’attuale chiesa in questione, c’era una piccola pieve, dedicata a San Marco. Le modifiche nel tempo sono state numerose in particolare nel XII secolo, quando l’abside venne incapsulata all’interno delle mura cittadine. Per compensare il dislivello tra il pavimento dell’edificio e le mura, il presbitero venne rialzato notevolmente e nella parte sottostante ad esso venne inglobata l’antica cripta. ..
Un volume non sarebbe sufficiente non ad elencare ma solamente a citare gli episodi e le cronache che costituiscono il grande saccheggio di opere d’arte: la visita ad un qualsiasi museo transalpino ad un certo momento porta a chiedersi: quante opere italiane! Come possibile? Dove sono i controlli? …
A Viterbo la chiesa romanica di San Sisto, uno degli edifici ecclesiastici più antichi della città citato per la prima volta in un documento del 1068, fu costruita su un tempio pagano, dedicato forse a Venere o alla dea Fortuna, tra il IX e il XIII secolo…
Amleto Cataldi, lo scultore di Roma, comincia ad uscire fuori dal nebbione in cui era rimasto emarginato a causa dei cinque anni della sua vita trascorsi in regime mussoliniano….