È un esemplare della Naturalis historia di Gaius Plinius Secundus, in un’edizione del 1491, a conservare tra le sue postille la notizia che potrebbe variare la data del ritrovamento nel 1506, in una vigna sul Colle Oppio, del celebre gruppo scultoreo.
Nel panorama delle viaggiatrici che affrontarono “l’Oriente” nel XIX secolo, Amalia Nizzoli ha suscitato negli ultimi anni un forte interesse in molte categorie di studiosi: antropologi, storici, studiosi di letteratura, egittologi.
Il Mulino del castello di Montecchio Emilia è stata una scoperta archeologica risalente a circa un ventennio fa, probabilmente sottovalutata o non meglio apprezzata. Questo elemento è una delle pochissime strutture del genere in Europa ritrovate in una struttura castellana. Non meraviglia se parliamo delle strutture di difesa in terra santa, le quali nate come strutture di difesa ad alto rischio di isolamento, erano concepite per poter resistere ad assedi lunghissimi e munite di tutto ciò che poteva permettere a queste di resistere. Non solo, le strutture di difesa furono concepite e costruite come strutture imprendibili in grado di essere difese da un manipolo di qualche decina di uomini, ma anche in grado di auto sostentarsi producendo e trasformando (oltre ai depositi) i viveri necessari.
Ragionamento su un soggetto femminile dell’ara di Ratchis, erroneamente interpretato dalla critica.
San Giuseppe, Tassia (madre di Ratchis), una fantesca, Ratperga (moglie di Ratchis), una figuretta simbolica, il profeta Balaam, il profeta Isaia o Michea: personaggi storici e biblici, figure maschili e femminili, allegoriche e non, sono le molte attribuzioni che gli studiosi hanno dato, anche con deboli giustificazioni, alla „misteriosa figura? che nell’altare di Ratchis (737-744, Cividale del Friuli, Museo Cristiano) si erge dietro il trono della Vergine, presso la scena dell’Adorazione dei Magi.