Archivi categoria: Archeologia

Dr. Luca BASILE: Alcune considerazioni sulle tematiche del rilievo greco nel V sec. a. C.

La vittoria greca sui Persiani nelle due guerre nel primo ventennio del V secolo a. C. contribuì a creare una nuova sensibilità artistica che sfociò nelle creazioni del cosiddetto periodo classico.
La scultura, in particolare, si liberò della rigidità formale arcaica di kouroi e korai per sbocciare nelle forme mosse e variegate che si possono osservare nella plastica a tutto tondo e, nel caso specifico, nei rilievi.


L’articolo completo si trova in www.archeomedia.net, alla pagina:


http://www.archeomedia.net/articolo.asp?strart=3259&cat=Studi%20e%20Ricerche

Autore: Dr. Luca Basile

Davide BUSATO: L’evoluzione delle paludi nella laguna nord di Venezia dal IX al XV secolo.

Nel quadro di una ricerca che abbia come obiettivo primario uno studio storico-archeologico riguardante l’isola di Sant’Erasmo, si manifesta la necessità di un’attenta analisi dello sviluppo dell’economia delle paludi retrostanti l’area in oggetto. La laguna torcellana, nella quale era ospitato un gruppo di frammenti insulari tra i quali il nascente lido di Sant’Erasmo, costituiva la sezione sud-ovest del bacino lagunare di Treporti, alimentato principalmente dal Sile, dal Dese, dallo Zero e dal Piave.i L’incontro tra le acque dolci di questi fiumi e il mare fece sì che non solo vi fosse un continuo evolversi della situazione geomorfologica ma, che la stessa area che si estendeva dal lido alla terraferma, da Sant’Erasmo a sud, e da Lio Mazor a nord, fosse coperta già dal IX secolo da ampie distese paludose, dalle quali emergevano isole e dossi, nonché barene e canneti.


Leggi l’articolo completo in ArcheoMedia, alla pagina:


http://www.archeomedia.net/articolo.asp?strart=3252&cat=Studi%20e%20Ricerche


 

Autore: Davide Busato

Chiara TERRANOVA. Il complesso oracolare di Anfiarao ad Oropo (Grecia).

Figlio di Oikles, Amphiaraus Oeclei et Hypermestra Testii filuis augur, discendente dell’indovino Melampo dal quale ereditò la facoltà di prevedere gli eventi futuri, comune ad altri membri della sua famiglia, come Polifido e Teoclimeno sopra citati, Anfiarao apparteneva alla stirpe argiva dei Melampodidi, o Melampidi, dalla quale discendeva anche l’auriga Batone. Anfiarao è ricordato da Pausania, Apollodoro, Igino, e Senofonte per aver preso parte alla caccia al cinghiale Calidonio, e dagli scolii pindarici si evince che fu uno dei guerrieri che presero parte alla spedizione degli Argonauti.


L’articolo completo si trova in ArcheoMedia, alla pagina:


http://www.archeomedia.net/articolo.asp?strart=3260&cat=Studi%20e%20Ricerche


 

Autore: Chiara Terranova

Email: marichiari@alice.it

Carlo FORIN. Gnosis < G NUS IS - Teonomasiologia e canone.

Lo studio dei nomi degli dèi mi ha introdotto ad un’osservazione panoramica dei fatti antichi [: sociologia della protostoria].
I nomi degli dèi illuminano i nomi umani, cardini delle parole comuni.


Direi che l’approccio nuovo mi ha liberato dai canoni, cioè sono stato condotto fuori dai sentieri troppo ripetutamente percorsi e credo di aver individuato diverse cose nuove che giacevano dall’antico sotto gli occhi di tutti, ma che non vengono viste a causa del canone [la regola che dà ordine ed anche morte al pensiero]. Occorrevano lenti nuove per vedere le cose nascoste dai canoni [cose ridotte ad ‘ideologia’, ovvero a ‘rappresentazione del mondo non corrispondente al mondo com’era’ –‘ideologia’ secondo Karl MANNHEIM, Ideologia e Utopia, 1957 Bologna-].
Abbiamo già visto Virgilio sacerdote etrusco che il canone ha imbalsamato come poeta romano.
Lo gnosticismo è diventato un’altro di questi canoni/lenti [Qui ‘lento opposto a rock’ per stare con Celentano]: quante pagine di bibliografia bisognerebbe prospettare allo studioso che
volesse dirsi informato almeno in modo leggero su questo fenomeno (una cinquantina?)? E, nonostante un esame approfondito di tutti gli autori il nostro lettore con sete di gnosi rischierà alla fine di rimaner chiuso nel canone, ovvero portato a ripetere: ‘Tizio scrive che Caio ha scritto che Sempronio scriveva’. Ma, i fatti raccontati secondo i canoni sono sempre quelli antichi o non si sono alterati, invece, nella lunga narrazione?


“In principio c’è l’ascolto”
In principio c’è l’ascolto” scrive Joseph Ratzinger in servitori della vostra gioia (a: 85)
un ascolto prolungato, fuori dai canoni, religiosi e laici [Anche se il Papa privilegia l’ascolto di Dio con la preghiera, non omette la lettura di Virgilio e l’ascolto di Mozart]: “Come nella vita dell’uomo non si ottiene niente di grande senza disciplina e metodo, così anche la vita interiore ha bisogno dell’uno e dell’altro. Quando ascoltiamo un grande artista che domina magistralmente il suo strumento, ci commuove la facilità, l’apparente naturalezza e scioltezza, che semplicemente fa parlare la bellezza dell’opera stessa. Ma perché si abbia alla fine questa facilità, nella quale la grandezza si esprime in modo puro e autentico, deve precedere un lavoro lungo e metodico.” (: 93-94). La disciplina ed il metodo, non uccisi dal canone (canone che assimiliamo all’abitudine che sterilizza il metodo rendendolo incapace di generare pensiero vivo) porta Ratzinger a scrivere: “Nel periodo della formazione del canone [Con ‘periodo di formazione del canone’ s’intende, chiaramente, un periodo in cui il canone, cioè il pensiero abitudinario, non si è formato nds], che come tale è stata anche la formazione della Chiesa e della sua cattolicità, Ireneo di Lione prima di tutti gli altri dovette affrontare tale questione, nella cui soluzione si decide la possibilità o l’impossibilità della vita cristiana. Ai suoi tempi Ireneo riconobbe che il principio del cristianesimo dell’adattamento e dell’illuminazione (la cosiddetta gnosi), che allora minacciava la Chiesa alle fondamenta, fu la divisione sulla Bibbia come separazione tra Bibbia e Chiesa.” (: 101-102).


Ireneo di Lione
Vediamo alla fonte di Ireneo il pensiero degli gnostici.
In principio ci sono gli eoni, secondo gli gnostici, racconta Ireneo (di Lione, Contro le eresie, Milano, Jaka Book, 1997, a cura di Enzo Bellini. (Denuncia e confutazione della falsa gnosi libri 5).
Il vescovo Ireneo mostra ad un onomasiologo che il suo nome, presumibilmente,  è sacerdotale, cioè viene scelto all’atto della nomina come per ogni vescovo: significa ‘portatore di pace’, in latino, seguendo l’insegnamento di Cristo: -Io vi lascio la pace, vi dò la mia pace-. Un nome scelto dal futuro vescovo con cura, che mostra che il latino ireneo sillabato in ablativo [il caso latino che c