Tre riflessioni sulla costruzione della grande piramide
Un’opera “colossale” come L’Anphytheatrum Flavium, fu realizzata in circa 8 anni (72 d.C – 80 d.C.) con tecnologie di oltre 2500 anni più avanzate di quella Egizia all’epoca della costruzione della grande piramide (i Romani conoscevano la ruota, la carrucola, il ferro ed altri leveraggi combinati) e con il massimo sforzo dell’ingegneria Romana, per realizzarla nel più breve tempo possibile.
Riflessioni sulla costruzione della grande piramide.
Le sette meraviglie del mondo antico sono opere di scultura e architettura che gli antichi greci e romani decretarono come le più belle costruite dall’umanità.
L’elenco fu cominciato nel III secolo a.C. come attestano diversi testi antichi tra cui la poesia di Antipatro di Sidone del II secolo a.C.
Uno degli aspetti che recentemente emergono nella disciplina del diritto d’autore è senza dubbio quello relativo alla tutela della proprietà intellettuale nell’ideazione di esposizioni di opere d’arte, come affrontato in una recente ricerca dall’Università Bocconi di Milano in tema di “Copyright and Protection of the New Cultural Products”.
Le dinamiche di scambio e di negoziazione interculturale tra le diverse comunità del mondo antico restituiscono interessanti informazioni non solo sui processi di assimilazione dei modelli politico-civili tra culture spesso assai
differenti le une dalle altre, ma anche sulle manifestazioni più private di tale fenomenologia. In questa prospettiva, una ricostruzione storiografica attendibile dovrebbe avvalersi di una molteplicità di fonti documentarie, allo scopo di fornire un quadro di riferimento pertinente e fedele alle realtà storiche affrontate.
La documentazione epigrafica offre la possibilità di indagare queste tematiche da una prospettiva differente da quella disposta in passato dalle soli fonti letterarie, in genere reticenti nei confronti dei fenomeni di commistione linguistica e culturale, che prevedono profondi processi di interazione reciproca tra le diversità comunità.