Percorrendo in macchina la vecchia antica Via Sferracavalli che unisce Cassino a Sora, ad un certo punto in territorio di Atina, quasi al confine con Alvito, sulla propria destra, si scorge isolata e ben visibile, una struttura ad un piano, eretta da pochi anni come lo stato di fatto lascia dedurre, con una bella targa in marmo dove si legge: “Regione Lazio – Comune di Atina – Associazione ‘Ciociaria’ – Gruppo folk ‘Valle di Comino’ – Centro Regionale di arti e tradizioni popolari Atina.”
Il mese scorso, durante la mia visita a Tavolara e a Loiri Porto San Paolo, ho intervistato l’archeologa Paola Mancini, impegnata in attività di didattica e divulgazione del patrimonio archeologico della Sardegna. Laureata in Lettere Classiche con una tesi sulla preistoria gallurese e specializzata in Archeologia con una tesi sulle rotte transmarine dell’ossidiana e della selce, in particolare in rapporto all’Arcipelago di La Maddalena, nel corso della nostra intervista ha ripercorso scrupolosamente la storia dell’isola di Tavolara e del territorio di Loiri Porto San Paolo, cui alcuni anni fa ha dedicato il libro Loiri Porto San Paolo. Le origini (Taphros, 2011).
Torniamo su una pagina incredibile della Storia dell’arte e della tradizione europea. Si sa che lo scozzese, il tirolese, il bavarese, l’olandese e qualche altro sono i costumi regionali considerati più noti e sempre attuali. Eppure il solo più illustrato dalla maggior parte degli artisti europei, dai maggiori ai minori, per almeno centocinquantanni, il più conosciuto, è un altro: il costume ciociaro cioè la vestitura che gli artisti europei vedevano addosso a uomini e donne sia a Roma e sia nelle località al suo sud e naturalmente a Parigi e Londra.
Conosciamo le abitazioni scavate nella roccia della Tunisia del Sud ad opera di vari ricercatori e viste sotto varie angolazioni di ricerca. Abitazioni realizzate dalla popolazione berbera dediti all’agricoltura e alla pastorizia.
Meno noto è l’articolata descrizione della residenza del califfo di Matmata fatta dall’etnografo danese Bruun alla fine del XIX secolo che qui si presenta.